E’ difficile credere che sia stato partorito da una one man band, Mirko Viscuso alias Misto. Polistrumentista genovese classe 1985 che non ci delude, in questo secondo capitolo. Dopo svariate esperienze nel panorama genovese (The Pottos e McNamara Playground Heroes), Misto abbandona le logiche ed i ritmi tipici della band, lanciandosi in questo panorama sperimentale che sta dando in maniera decisiva i suoi frutti.
E ora Helios: un sound più maturo, più accurato, influenzato da svariati generi affini: stoner, sludge metal, shoegaze, elettronica, ambient.
La parte elettronica è estremamente curata, la scelta dei suoni non delude e si fonde perfettamente con le armonie della chitarra. La parte sperimentale è palese in ogni brano, a partire dall’unione di synth che ricreano un ambient quasi orchestrale (come in Daffodils Crashing Into The Water) all’esplosione delle chitarre distorte. Helios è il brano che realmente merita di dare il titolo all’album, personalmente il mio preferito insieme a Buried Under Remote Lands. L’intreccio e la scelta degli arrangiamenti lasciano trapelare una buona conoscenza dell’armonia e delle basi di composizione. Cori, synth, tutto esplode con Helios dal minuto 2:30, per poi cambiare come una vera e propria rapsodia a partire dal minuto 4:30.
E questo sentimento si protrae fino alla fine del brano.
J. – Postrock.it
Voto: 8
Autore: Misto
Anno: 2017
Genere Musicale: Post Rock
Label: /
Titolo album: Helios
Ufficio Stampa: Tri Tuba Press (https://www.facebook.com/Tritubba/)
Sito web: https://www.facebook.com/mistoband/
Tracklist:
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