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Radar 5:11 – (C)lose

Radar 5:11

(C)lose

I Radar 5:11 mettono su questo interessante gioiello, fatto di strutture sentimentali, che orientano il percorso verso una produzione dolce e unica.

I Radar 5:11 sono una band post rock notevole, nata a Carpi in provincia di Modena nel 2017. Il loro mondo soffuso e emblematico, innalza delle atmosfere sonore ricercate, creando una specie di concept suggestivo, dove all’interno si narrano storie di fantasia, per danzare in modo delicato sopra lussuose emozioni. Il sound principale prende spunto dal post rock classico, per poi mutare nei diversi sotto generi più enigmatici e sperimentali.

In questo secondo Ep in studio (C)lose, viene racchiuso tutto il lavoro, dell’ultimo periodo dovuto alla pandemia e tutta la situazione surreale, che ognuno di noi ha vissuto sulla propria pelle. Nelle quattro tracce preziose, si esplora un sentimentale passaggio sognante e di qualità.

“Wad” apre le danze di questa produzione, con la giusta sensazione misteriosa, mettendo in luce una figura adolescente in un luogo dormiente e immaginario. Il loop temporale delle chitarre, si incastra al delay stupendo, per poi lanciarsi in un oblio geniale e una ritmica malinconica.

Un brano incredibile, che si regge su un tempo preciso e personale, lasciando quel brivido travolgente e  abbraccia l’ingresso di una distorsione tagliente.

Segue il crescendo maturo e dinamico di “Growing Chains”, l’unica canzone con un piccolo monologo cantato, che si contorce come una strana creatura affamata di vita, sopra una ritmica veloce, ricca di tecnica e infine a brevi intervalli esplode in una cavalcata furiosa e rumorosa, chiudendosi a riccio nel finale silenzioso.

“Acab” invece è una composizione che viaggia alla ricerca del nostro io più nascosto, sfuggendo a una realtà dura da affrontare e si culla in una storia quotidiana, senza mai mollare.

Il brano inizia con un segnale delicato e melodico, per poi colorarsi d’immenso con una sfumatura struggente, che si abbandona al riff portante e si arresta sul battito impulsivo e caloroso. 

La fine di questa piccola opera viene affidata a “Hopes of Tomorrow”, con un basso ipnotico che incastra il rullante sospeso della batteria. Una traccia che trasmette quella speranza perduta, in una malinconia libera e leggera.

I Radar 5:11 mettono su questo interessante gioiello, fatto di strutture sentimentali, che orientano il percorso verso una produzione dolce e unica. 

VOTO: 7,5

Radar 5:11 – (C)lose

Music Composed by Radar 5:11

Recorded at The Groundfloor Studio 

By Davide Bombanella

Artwork By Pierpe

 

Radar 5:11 are: 


Pietro Guerzoni: guitars

Marco Bulgarelli: guitars

Emanuele Dallari: bass

Stefano Zona: bass

Jacopo Bassoli: drums


Link Utili: 


° Spotify: https://open.spotify.com/artist/3QpBgMui7uD9BnoRtdgGS1 

° Bandcamp: https://radar511.bandcamp.com/ 

° Bandpage Facebook: https://www.facebook.com/r4d4r511 

 

Simone – Postrock

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Brown and the Cosmonauts – Flow

Brown and the cosmonauts

Flow

La band emergente si riconferma come una delle piccole grandi scoperte dell’anno, proponendo un nuovo singolo denso di ambientazioni e colori. Un piccolo capolavoro nostrano che dovrebbe trovarsi nella playlist di ogni amante del Postrock.

Loro sono solo in tre, ma sembrano in dieci. Per chi segue Postrock.it, abbiamo recentemente avuto il piacere di fare la conoscenza dei Brown and the Cosmonauts grazie al loro precedente singolo (Helioscope), che per l’occasione abbiamo recensito. Se vi interessa, potete dare un’occhiata a questo link.

Il brano è tanto breve quanto intenso. Racchiude tutta la sua malinconia in 3:07.

Proprio per la sua durata, in netto contrasto con lo stile sognante e caldo caratteristico di brani solitamente molto lunghi e articolati, lo consideriamo un piccolo gioiellino, un bagliore nell’universo della musica nostrana, che ci dimostra come anche il Postrock si stia evolvendo raggiungendo nuove spiagge e nuovi orizzonti.

All’interno di Flow troviamo tutto. Voci armoniche risuonano nell’etere, accompagnate da pattern ritmici estremamente diretti e concisi.

Chitarra e basso giocano tra di loro con estrema cura e attenzione, soppensando attentamente effetti e melodie, dandoci quasi la sensazione che la voce all’interno del brano si un “di più”.

La dolcezza del suono di chitarra è un pò la firma del nuovo singolo, e infatti ci accompagna per tutta la durata del brano, senza mai lasciare respiro, calma ma costante.

Un singolo dal sound grezzo, pieno di sè, a partire dal titolo e prosegundo con la tonnellata di immagini che ci suscita all’ascolto. Un progetto originale, bello da ascoltare, con idee chiare e sviluppate sapientemente.

Ci aspettiamo di ascoltare ben presto nuovo materiale da questo trio, che si sta inserendo come una delle migliori scoperte di questo 2023. In bocca al lupo ragazzi!

Voto: 8,5

 

I Brown and the Cosmonauts sono:

  • Simone Catena Brown: chitarra e voce
  • Rino Cacciapuoti: basso
  • Paolo Sabatini: batteria

Music by :

Brown and the Cosmonauts

 

Link:

Youtube: https://youtu.be/H8XBN0IPDvQ

Facebook: https://www.facebook.com/brownandthecosmonauts

 

Paul – Postrock

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Leonardo Serasini – Prendermi Cura di Te

Leonardo Serasini

Prendermi Cura di Te

Il cantautore e musicista Leonardo Serasini, si conferma sulla scena indipendente pop, con un nuovo capitolo delicato e artistico. La carriera personale dell’artista si inoltra in un intenso mondo raffinato, aprendo nuovi orizzonti sensuali e con una qualità notevole esprime al meglio il concetto di cura e protezione.

Il singolo nuovo si intitola “Prendermi Cura di Te” ed è senza dubbio, una fatica importante e di rilievo, che esplora una cultura suggestiva e preziosa, dove Serasini in chiave poetica, lascia un segno definitivo sul suo stile musicale unico. 

Il brano apre un orizzonte affascinante e orecchiabile, che incastra il groove corposo eseguito dal meraviglioso gruppo, che segue l’autore in questa produzione. L’armonia delicata della voce, si innalza sul testo soffice e ben scritto, il bridge poi si sposta in un’atmosfera dolce e il ritornello impeccabile esplode, su un passaggio solido e ritmato. Il valore che viene dato alla canzone, è il collegamento alle diverse culture e relazioni della vita, abbracciando un’emozione sincera e godibile. 

Il musicista realizza un’opera particolare, per dare una sensazione buona e lineare all’ascoltatore, avvolti da una luce sensibile e creativa. 

VOTO: 7

 

Leonardo Serasini – Prendermi Cura Di Te(2022)

Autoproduzione

Testo e Musica: Leonardo Serasini 

 

L.S.Q are: 

Voice and guitars: Leonardo Serasini

Bass: Rodolfo Valdifiori

Drums and Keys: Alberto Pepoli

Percussioni: Giacomo Rocchi 

 

Registrato da Leonardo Serasini presso “LeTerreDiOrStudio (Bologna) 

Registrato da Alberto Pepoli presso “Rio Studio” (Cesena) 

Mixing e Master by Alberto Pepoli 

Link Utili: 

° Bandpage Facebook: https://www.facebook.com/leonardoserasiniguitarman 

° Spotify: https://open.spotify.com/artist/7236OJX7zBxE55En4RnZqY 

°Soundcloud: https://soundcloud.com/leonardo-serasini

Simone – Postrock.it
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The Twins and The Dark Side – Nighttime Birds

The Twins and The Dark Side
Nighttime Birds
 Il duo atmosferico The Twins and The Dark Side disegna un nuovo capitolo delicato e sentimentale. Un breve ma intenso lavoro, che unisce i sentimenti gioiosi, in una narrazione dinamica e ben strutturata.

Il duo atmosferico The Twins and The Dark Side disegna un nuovo capitolo delicato e sentimentale.

La band nasce a Brindisi nel 2020, sotto una luce intensa ricca di sfumature sensibili, con un’insieme di idee dolci e orecchiabili.

In questo piccolo Ep di due brani dal titolo “Nighttime Birds” si esplora un viaggio a occhi chiusi, per trascinare l’ascoltatore all’interno di paesaggi soffusi e maestosi, avvolti da un mosaico colorato e teatrale.

Nel sound poi si mette in risalto un grande gusto sonoro, di timbro post rock, che affonda le radici verso tematiche personali, per narrare una storia solida e indimenticabile.

Con lo studio attento di questa produzione, veniamo subito cullati dalla melodia calma e incantevole, nelle note di “Moongaze”. Dove notiamo una chitarra morbida, che sussurra all’orecchio un sentimento vivo e accogliente.

Sulla parte iniziale, la ritmica si incastra a dovere con l’arpeggio stile Explosion in the Sky. Inoltre viene inserito il tocco emblematico di un pianoforte sospeso in un oceano ipnotico, fino ad incontrare una distorsione dissonante e energica, che stravolge la seconda parte del brano, per poi ricollegarsi alla tranquillità iniziale.

Una composizione rocciosa e armonica da brividi. Con la seconda traccia “Autumna” invece, si va verso orizzonti diversi, più tecnici e di stampo elettronico. Il loop misterioso, collega le percussioni dando un segnale di sfida e invita un racconto audace.

Dopo la calma iniziale su un tempo che rimane costante, quasi a voler addormentare l’ascolto, ci avviamo in uno slancio furioso e struggente, che regge l’urto alle distorsioni rumorose di fondo, fino a chiudersi in un arcobaleno di anime dimenticate, in una realtà fiabesca. 

Un breve ma intenso lavoro, che unisce i sentimenti gioiosi, in una narrazione dinamica e ben strutturata. 

 

VOTO: 7

 

The Twins and The Dark Side – Nighttime Birds(2022)

 

Autoproduzione

Recorded at Parisi House (Brindisi) 

The Twins and The Dark Side are:

Vito (Guitars, Bass and synths)

Guseppe (Drums)

Added Musician – Raffaele Galasso on Keyboards

 

Link Utili: 

Bandcamp:

https://thetwinsandthedarkside.bandcamp.com/music

Website:

https://www.blacklakepromotion.com

Instagram:

 
Facebook:
Simone – Postrock.it
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Van Gogh Seasons – Versus

Van Gogh Seasons
Versus
I Van Gogh Season fanno centro, con un album godibile e orecchiabile, che mette in risalto tutto lo studio attento in fase di produzione e una grande cultura musicale, acquisita in questi anni.

Un mondo sotterraneo e strumentale prende vita, nelle sonorità intense dei Van Gogh Season, un progetto post rock nato a Padova nel 2016. Il loro percorso prende spunto da tematiche personali e lineari, che accostano tutto il processo sperimentale e di nicchia in questo genere, creando paesaggi dolci e sentimentali, a tratti elettronici e d’impatto. Dopo un Ep d’esordio omonimo e diverse produzioni in formato session studio. La band con un enorme maturità accumulata, mette in piedi questo nuovo ep interessante, dal titolo “Versus”.

All’interno troviamo varie sfumature dal timbro prettamente strumentale, che strizzano l’orecchio a band del calibro notevole, come MaybeSheWill e Pg Lost.

Esplorando un ampio raggio di suoni graffianti e delicati, per un risultato originale e dinamico. 

Il disco si apre con un tiro orchestrale da brividi, su un soffice tappeto di violini malinconici e il synth di sottofondo, che colora l’atmosfera a dovere, completando un’intro stupendo e geniale. Segue la carica energica di “And So It Was, So It Will Be”, un brano che sprigiona un’aura potente di emozioni ricercate, sotto un muro violento di distorsioni ruvido, avvolte dal tempo preciso e martellante delle percussioni, per poi scontrarsi con un ritornello gonfio di personalità.

Nella parte centrale gli animi si calmano in un pianoforte morbido e una linea vocale narrante, per incastrare i colpi sospesi della batteria e accoglie nel suo sogno il ritorno prepotente di un riff lunare.

In “Saudade” invece notiamo un monologo di una voce femminile, su un arpeggio sensibile che aziona un timbro sfuggente della ritmica. Il piano qui ci avvolge in una sensazione dolce, con i diversi accenti furiosi delle chitarre in un limbo addormentato, invitandoci all’ultimo sensazionale saluto. “Kracovia” è  una composizione rocciosa, che esprime nel modo giusto una vibrazione drammatica e ci porta indietro nel tempo nei nostri ricordi più cari, viaggiando in una cavalcata incredibile di trionfo. Uno dei brani più belli e completi di questo lavoro. 

Infine le ultime due tracce, racchiudono il gusto sonoro e neoclassico del gruppo, portando l’ascoltatore in una dimensione parallela, oltre i confini della nostra mente.

“Woody Allen” apre un tiro magico del basso, con un arco leggero e emblematico del pianoforte, che anche qui come nel resto dei brani è il motore portante e impeccabile di questo collettivo. La canzone sfugge verso la fine, inserendo un tocco elettronico e frenetico, che si spegne sulla batteria. Chiudiamo con le note amplificate di “While a Seagull Flies Above Us” un’altra suite lunga e ipnotica, che gioca su una sinfonia solida di una tematica personale, fino a travolgere i sentimenti in un passaggio rumoroso e incendiario, nell’atto finale da pelle d’oca.

I Van Gogh Season fanno centro, con un album godibile e orecchiabile, che mette in risalto tutto lo studio attento in fase di produzione e una grande cultura musicale, acquisita in questi anni.

 

VOTO: 7,5 

Van Gogh Season – Versus

Autoproduzione

Written and performed by Van Gogh Season.
Produced, mixed and mastered by Marco Cappellaro at Dedication Studio, Padova 

 

Link Utili:

° Spotify: https://open.spotify.com/artist/6T4d6pwlNN1YPMBug56jyA 

° Bandcamp: https://vangoghseason.bandcamp.com/ 

° Facebook: https://www.facebook.com/vangoghseason 

Simone – Postrock.it
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Nomera – Domo 137

Nomera
Domo 137
I Nomera si cimentano in un disco solido e ben costruito, dove le cinque canzoni mantengono un legame importante e con un’incendiaria qualità raccontano una bellissima storia.

I Nomera sono un progetto strumentale di nicchia, all’interno del loro paesaggio sperimentale si aziona un insieme di sinfonie dolci e personali, che subiscono una mutazione più dura oltre la barriera del suono con ritmi sfrenati e martellanti, su un timbro progressive metal. La band nasce a Valencia intorno il 2017, con delle buone prospettive e un ricco bagaglio di suoni interessanti, il loro sound spazia in diversi stili musicali, creando una personalità importante e d’impatto. Con il primo album “Holos” confermano a pieno le proprie qualità espressive e attirano subito una notevole fetta di pubblico, che rimane colpita dai loro concerti. In questo nuovo capitolo Domo 137, fanno un salto definitivo nel mondo discografico attuale, per dare il benvenuto a qualcosa di originale e travolgente.

L’iniziale traccia di apertura “Ocaso” ci trascina dentro un’atmosfera calda e accogliente, con un riff sporco di basso, che avvia un meccanismo ipnotico della batteria, sopra un tappeto armonico da brividi. Il tempo preciso delle percussioni poi, incastra il pianoforte sensuale, per narrare un viaggio carico di dolore, che si fa accattivante nella seconda parte del brano. Infine con il riff caotico della chitarra, si va verso una sensazione furiosa, lasciando una tematica macchinosa a tratti melodica. Segue un’emozione infernale nelle note di “Kamn”, che avvia un ruggito corposo e devastante della ritmica e si sviluppa in una narrazione di sfida contro un elemento potente e aggressivo, fino ad esplodere nel ritornello stupendo e ampio. Un brano eccellente, con un passaggio tecnico e incredibile nella parte conclusiva, le sonorità qui si avvicinano molto ai mondi sotterranei e estremi di marchio Alcest

Con “Una Mattina” invece si cercano di rallentare e calmare gli animi, con una sfumatura più dolce di stampo post rock. In questo caso la batteria si diverte su un’armonia quasi giocosa e l’arpeggio incantevole, invita l’ascoltatore a partecipare a uno spettacolo unico. Una delle composizioni più complete di questo lavoro. Prima di chiudere ci lasciamo cullare dal vortice magnetico di “Tale of Oleksiya”una suite morbida e rilassante, che mette in primo piano un esecuzione pazzesca del pianoforte e una sintonia precisa del gruppo in fase di produzione. Chiudiamo questo magico e interessante disco con un’altra bomba esplosiva. “Vortice” si lascia andare a una distorsione feroce ed esplora con maestria un sorprendente momento catartico, fino a togliere il respiro durante la sua lunga durata, ricca di vibrazioni pesanti.

I Nomera si cimentano in un disco solido e ben costruito, dove le cinque canzoni mantengono un legame importante e con un’incendiaria qualità raccontano una bellissima storia.

VOTO: 7,5

Nomera – Domo 137

Music composed by Nomera
Recording and mastering at Fireworks Estudios.

Nomera are:

David Hernández (drums)
Aleksey Stepanov (bass)
Vicente Roca (guitar)
Jose Jurado (guitar) 

Link Utili: 

° Spotify:

https://open.spotify.com/artist/17JwXpd5CJNAaabSCekOs6?fbclid=IwAR2dS7QXR3NWGuc9eECChCLs7rzpp3KoXYiFztgcWJenGQiDy5h9OsTL9Oo

° Bandcamp:

https://nomera.bandcamp.com/ 

° Facebook:

https://www.facebook.com/nomeraband 

Simone – Postrock.it
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Sistra – Bias

SISTRA
Bias
“Bias” è un album difficile da comprendere e necessita di diversi ascolti, magari nel silenzio più assoluto, per assaporare tutti i lati più nascosti di questo progetto unico e incredibile.

La band campana Sistra, torna sul mondo discografico con il terzo lavoro in studio e immerge l’ascoltatore in un viaggio psichedelico di due ore, toccando le corde giuste e una sperimentazione vintage anni 70.

Le basi fondamentali in questo disco prendono vita senza troppi fronzoli, dalla mente carismatica di un insieme di musicisti importanti, sul panorama musicale in questo genere e non seguono uno schema ben preciso, fino a creare un percorso enorme e sensazionale.

Con “Dull Heaven” in apertura si intuisce subito, la maniera di concepire il sound progressive su atmosfere di nicchia e una narrazione personale in stile Banco Del Mutuo Soccorso.

Infine l’aggiunta di strumenti come l’armonica, completano il brano con una qualità morbida e impeccabile. Segue il rock sporco e irregolare di “Consequences” con un cambio spaziale nella parte finale e una buona dose di psichedelia estrema.

Da tenere d’occhio anche la traccia “On The Run” con un’onda rumorosa che prende vita in ogni passaggio e gli accenni alla fusion in “Finzioni in Funzione” con il tocco del basso funky notevole.

Più avanti ricordiamo con grande attenzione le sonorità sospese di “Lo Specchio Nello Specchio” e “Tons” che subiscono un contrasto diverso, ricco di tecnica e strutture complesse.

Ultime due menzioni preziose da approfondire, sono le tematiche fantastiche e surreali di “Blues di Picche” e una menzione incredibile nelle note psych-blues di “Ecologio” con i suoi 13 minuti di durata, che trascinano l’ascoltatore in un cammino oscuro e ampio di superstizione.

Il resto del disco scorre nel vortice sonoro progressive, che solo i veri intenditori riescono a custodire con cura nel loro bagaglio mistico e eccellente.

“Bias” è un album difficile da comprendere e necessita di diversi ascolti, magari nel silenzio più assoluto, per assaporare tutti i lati più nascosti di questo progetto unico e incredibile.

VOTO: 7

Sistra – Bias(2022)

Psych Up Melodies

Music composed by Sistra, Fabrizio Di Vicino


Link Utili:

Spotify:

https://open.spotify.com/artist/1HlAykV6ZDHOePVJEDGgdR

Youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=f6DuiGjXJ3M&list=PL133tF8eGRbhor4BlgeDwaFrEGpkkaNoD

 

Simone – Postrock.it

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Atomod – Friend

ATOMOD
Friend
Atomod è un progetto sperimentale di nicchia, che inserisce nel suo bagaglio culturale diversi elementi sognanti e carismatici, per un sound prettamente strumentale a tratti elettronico.

Il percorso inizia nel 2018 come un concept introspettivo ricco di personalità.

L’ispirazione del musicista si arricchisce di tematiche analogiche ed espansive, per creare una sensazione immaginaria in stile colonna sonora di un film fantascientifico, di grande fattura.

Con l’ultimo singolo “Friend” auto prodotto e raccontato in maniera preziosa, si esplora un legame interiore e personale, che affronta una narrazione importante e godibile, lasciando quel gusto sopraffino all’ascoltatore.

Il brano si apre con un’atmosfera cosmica e un sussurro femminile che arriva da una dimensione parallela, poi il tocco sensazionale della loop station oscura, unisce una melodia malinconica.

Nella parte centrale, si cavalca un’onda morbida e accogliente, che abbraccia la linea vocale sensuale, ed incontra il passaggio graffiante quasi virtuoso della chitarra, per poi infine chiudersi a riccio nel silenzio finale.

Una composizione preziosa e delicata, che aziona una fantasia importante al suo interno e lascia quella giusta curiosità magnetica da custodire con cura.

 

Voto: 7

Atomod – Friend

Autoproduzione

Lyric and music composed and arranged by Atomod


Link Utili:

Instagram: Atomodofficial 

Facebook: Atomod

Link: https://linktr.ee/atomodofficial

-SoundCloud: https://soundcloud.com/user-917375312/sets/demog_cd 

-YouTube: https://www.youtube.com/channel/UC9r50XvrlsJZ3LvZ_fWIHrA

-Spotify:  https://open.spotify.com/artist/4VX6a6LGJPyyQmvriDJdJb
 
 
Simone – Postrock.it
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Brown and the Cosmonauts – “Helioscope”

Brown and the cosmonauts

Helioscope

Un singolo che ci trasporta in un mondo lontano, oltre a spazio e tempo, verso un futuro ignoto popolato da creature misteriose, Un piccolo capolavoro ad opera di artisti davvero geniali, un lavoro che lascia spazio ad un nuovo capitolo del postrock italiano. Ecco a voi Helioscope, ecco a voi i Brown and the cosmonauts.

È con piacere che mi avvicino a questo brano, dopo un bel periodo di lontananza dai brani strumentali. Un lavoro che ha davvero tante sfaccettature interessanti, e che dimostra già al suo esordio una potenzialità e una versatilità incredibili per il nostro trio emergente. Loro si chiamano Brown and The Cosmonauts, e sono nati con l’intenzione di portare qualcosa di nuovo e di fresco nel panorama Post Rock.

Mentre ascoltiamo il loro primo singolo, leggiamo qualcosa di interessante dalla loro biografia:

Il progetto nasce nell’estate 2021, da un’idea del musicista e compositore Simone Catena in arte “Brown”, che dopo aver scritto alcune bozze strumentali sotto periodo di pandemia, incontra due musicisti di spessore Rino Cacciapuoti e Paolo Sabatini, per mettere su una macchina psichedelica ricca di personalità.

I Brown and The Cosmonauts creano uno spaccato di vita notevole, che tratta tematiche personali e d’impatto, per una sensazione melodica a tratti furiosa.

Il singolo apre in maniera molto diretta, senza troppi fronzoli. I nostri viaggiatori del tempo sanno molto bene quello che fanno, e noi ci lasciamo trasportare dal loro sound. Il sipario si apre e ci ritroviamo catapultati in un mondo molto lontano dal nostro. Un mondo dove uomo e macchina sono diventati simili forse, un mondo dove tecnologia e anima sono parte dello stesso sistema.

Il basso, caldo e graffiante allo stesso tempo, intona questa marcia ritmica e assoluta, seguita da note sfuggenti ed enigmatiche di chitarra. Le percussioni danno fede a questo ritmo e incalzano nei punti giusti, per dare risalto a questo mondo che prende forma intorno a noi.

L’effetto che ci arriva è quello di un mondo ignoto, di qualcosa che sfugge dalla nostra concezione, qualcosa di cui potremmo avere paura, ma che al tempo stesso ci attrae e ci incuriosisce, al punto che vogliamo saperne di più, al punto che ci avventuriamo in questa oscura avventuraI colo

A 3:00 i colori si accendono, sopraggiunge qualcosa dall’alto, mezzi luminosi si muovono nel cielo, oggetti di cui non conosciamo la forma o l’utilizzo. Assuefatti da questa visione, seguiamo l’andirvieni di queste luci colorate. La chitarra rilascia effetti psichedelici a base di Fader nell’etere, basso e batteria si uniscono nel formare un unica macchina ibrida che si muove con passo lento e maestoso.

Nel complesso, davvero un piccolo capolavoro, un oggetto di cultura postrock emergente di cui sono sicuro sentiremo ancora parlare nei prossimi tempi. Attendiamo con ansia il loro primo album ufficiale, e speriamo di vederli presto live con il loro sound futuristico e cyberpunk.

Voto: 8,5

I Brown and the Cosmonauts sono:

  • Simone Catena Brown: chitarra e voce
  • Rino Cacciapuoti: basso
  • Paolo Sabatini: batteria

Music by :

Brown and the Cosmonauts

 

Recording and Mastering at:

Muffin Man Studio By Luigi Buzzelli

 

Link:

Facebook: https://www.facebook.com/brownandthecosmonauts

 

Artwork by:

Roberto Selvaggi

 

Autoproduzione – 2022

 

Paul – Postrock

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Leonardo Serasini – Nausicaa

Leonardo
Serasini

Nausicaa

Un capitolo importante e raffinato per il cantautore, che si inoltra in orizzonti nuovi su uno stile folk e una ritmica avvolgente, per una ballad drammatica e matura.

Il chitarrista e compositore Leonardo Serasini è un musicista eccellente di nicchia, nato a Bologna con un ricco bagaglio di suoni e tematiche personali.

Il suo percorso è riconosciuto a livello nazionale, per le sensibili vibrazioni trasmesse e racchiude tutto lo studio prezioso per la chitarra, che riesce ad applicare anche come docente scolastico.

Con grande entusiasmo accoglie, una buona fetta di pubblico e dopo diversi singoli, sta per rilasciare un album Il Mondo Contro #1″ e “Il Mondo Contro #2”, diviso in quattro suggestivi capitoli, dal mood sentimentale. Ma andiamo ad analizzare questo nuovo intenso singolo dal titolo “Nausicaa”, una canzone che esplora una melodia soffusa e malinconica, per un viaggio carismatico e confortevole.

Il brano si aziona su un monologo ricercato e sussurrato, per analizzare un racconto che si fa spazio nella nostra vita nei lati interiori più nascosti.

L’inizio delle percussioni ipnotiche incastra l’arpeggio di chitarra leggero e una linea vocale sensuale. Il testo ricco di significato, abbraccia una realtà attuale e dormiente, accogliendo una visione lucida di una storia d’amore e un ricordo indelebile. La seconda parte della composizione poi, subisce una chiave più energica sul ritornello emblematico, per collegarsi a un’atmosfera morbida.

Sul tocco finale infine, si inserisce una piccola distorsione e un gioco virtuoso di chitarra, che si traveste in una suite orchestrale neoclassica e si conclude nel silenzio.

Un capitolo importante e raffinato per il cantautore, che si inoltra in orizzonti nuovi su uno stile folk e una ritmica avvolgente, per una ballad drammatica e matura.

 

VOTO: 6,5

Leonardo Serasini – Nausicaa(2022)

Autoproduzione

Music composed by Leonardo Serasini 


 

Link Utili:

Instagram: https://www.instagram.com/leonardoserasini/

Facebook: https://www.facebook.com/leonardoserasiniguitarman

https://www.facebook.com/leonardo.serasini/

Spotify: https://open.spotify.com/artist/7236OJX7zBxE55En4RnZqY

Rockit.it: https://www.rockit.it/leonardoserasini

Soundcloud: https://soundcloud.com/leonardo-serasini

 

Simone – Postrock.it