Avere a che fare con un EP spesso vuol dire ascoltare sonorità acerbe, in fase di crescita, magari non ben formate. Non è questo il caso di oggi. Il duo pugliese di cui stiamo per parlare sa bene cosa vuole trasmettere, e sa come ottenere la vostra attenzione.
Questo lavoro racchiude in soli 3 brani una vastità di sonorità e di emozioni straordinaria: passiamo da affascinanti giochi sonori su sfondo romantico, a momenti di pura energia, rimanendo sempre in un terreno dark, di cui ogni brano è portavoce.
1 – Cloud – In Memory of L.C. Non sappiamo certo a cui sia dedicato questo brano, ma quello che possiamo dire è che la dedica ci attraversa e ci raggiunge fin nel midollo. Il brano è diretto, sincero, e raggiunge immediatamente il punto del discorso. Si parte con note di chitarra malinconiche, eteree, che attraversano il nostro orecchio e si disperdono, quindi partono batteria e basso in un ritmo serrato, deciso, che ci porta al punto cruciale di questa canzone: un esplosione sonora di pura energia. Un urlo forse, un grido di dolore, o di rabbia. La chitarra qui è distorta ma pure sempre chiara e definita, con un sound cristallino e vibrante. Il brano quindi torna sulle note iniziali di chitarra, ricordandoci quella malinconia che ci ha attirato fin da subito.
2 – Shadow. Il cielo è denso di nuvole, noi siamo fantasmi che si muovono nella notte. Siamo ombre. Ecco in poche parole quello che ci trasmette questo secondo brano. Anche qui assistiamo ad un crescendo, un gioco di chitarra a cui segue un interessante riff di basso seguito da una ritmica semplice ma ben studiata, che insieme creano quella pasta sonora che ci fa sentire orgogliosi di essere italiani.
Il brano raggiunge l’apice a metà, con un sound di chitarra sgranato e potente, che si unisce agli altri strumenti e dando vita ad un momento sonoro di interessante imponenza. Il suono è caldo, e si alterna perfettamente al riff iniziale, che si ripresenta anche alla fine, con quella malinconia così fredda, da ricordarci il freddo e la nebbia di una mattina d’inverno.
3 – Nero. Questo brano arriva inaspettato, con un sound particolare che crea un notevole contrasto con i primi due brani. L’intenzione è quella di suscitare emozioni diverse, e anche qui il duo ci riesce benissimo. Sentiamo tonalità maggiori, che ci ricordano qualcosa di bello e di lontano, qualcosa che forse ricordiamo, qualcosa che si perde nella nostra memoria. Il basso qui è il protagonista, con un sound che esce letteralmente dallo stereo, e permea costantemente l’aria intorno a noi. Sembra voler parlare, volerci raccontare. Noi ascoltiamo, metabolizziamo, facciamo nostre le emozioni che vengono sapientemente formate. Qua abbiamo qualche sfumatura quasi Stoner Rock, con un sound aggressivo e duro, ma anche dolce, come una storia d’amore finita tragicamente, come un ricordo svanito. Il dialogo tra gli strumenti prosegue da metà del brano fino alla fine, alternando potenza e armonia, unendo tutte le vibrazioni in una sola voce di speranza e di sentimento.
VOTO: 7
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Paul – Postrock.it